"Die Küchenuhr (L´orologio da cucina)

 Madre di Dio, che tu sei anche la madre di tutti noi. Prega per noi peccatori. Adesso e nell`ora dei nostri dubbi , delle nostre paure, delle nostre incertezze. Prega anche per tutte le Mamme che cercano come meglio possono di eseguire il tuo esempio, il loro istinto, che le porta ad avvicinarsi a te. Dai a noi madri mortale su questo triste e buio universo, la forza di proteggere i nostri figli, da tutti i mali, da tutte le tentazioni.                        
Adesso fino a l`ora del giudizio.
Dacci Madre, un abbraccio caloroso, come solo tu sai fare.
Auguri Mamme!


"Die Küchenuhr"  (L´orologio da cucina)

Lo videro già da lontano camminare verso di loro, perche non passava inosservato. Aveva un volto abbastanza invecchiato ma dalla sua andatura si notava che aveva solo vent`anni. Si sedette con il suo vecchio volto affianco a loro, sulla panchina. Poi mostrò loro cosa portava tra le mani.
Questo era il nostro Orologio da cucina, disse, e guardò tutti uno per uno, quelli che sedevano al sole sulla panchina . Si, lo trovato. Lui è l`unica cosa che è rimasto.
Teneva tra le mani un Orologio da cucina, rotondo e grande come un piatto e picchiettava delicatamente con i polpastrelli i numeri di colore blu.
Non ha un gran valore, disse come volersi scusare, questo lo so. Poi non è nemmeno bello. È solo come un piatto, laccato di bianco. Però i numeri in blu sono abbastanza carini, penso io. Le lancette naturalmente sono di latta. È adesso nemmeno vanno più. No. Internamente è rotto, questo è sicuro. Però sembra lo stesso di sempre. Anche se adesso non va più.
Fece con molta delicatezza un gesto con la punta delle dita, intorno al bordo dell`orologio. Poi disse piano: Lui è l`unica cosa rimasta.
Gli altri che sedevano al sole sulla panchina accanto a lui, non lo guardavano neppure. Uno guardava alle sue scarpe, la donna guardava nel carrozzino davanti a lei. Poi qualcuno disse:
Ma lei a perso tutto?
Si, si disse lui gentilmente, pensi , davvero tutto! Solo questo qui mi è rimasto.
Ed alzò l`orologio in su mostrandolo, come se gli altri ancora non lo avessero visto.
Però non va più, disse la donna.
No, no, questo no. È rotto lo so perfettamente.
Però sembra sempre lo stesso di prima: Bianco e blu. È di nuovo mostrò loro l`orologio. La cosa più bella, continuò poi un poco agitato, questo non ve lo ancora raccontato. Il più bello deve ancora arrivare: Pensate, è rimasto fermo alle due e trenta. Proprio alle due e trenta, pensate un poco.
Allora la sua casa è stata colpita di sicuro alle due e trenta, disse l´uomo spingendosi interessato il labro di sotto all`infuori.
Questo lo sentito dire spesso che quando cade una Bomba gli orologi si fermano. Questo accade per la troppa pressione.
Lui guardò il suo orologio, e scosse pensieroso la testa.
No, caro signore, no, qui lei si sbaglia. Questo non ha nulla a che fare con le Bombe. Lei non deve parlare sempre delle Bombe. No. Alle due e trenta ha a che fare con qualcos´altro, questo lei non lo sa. Questo è il punto, per questo è strano, che si è fermato proprio alle due e trenta. E non alle quattro e un quarto oppure alle sette. Io rientravo sempre alle due e trenta a casa. Di notte, intendo.
Quasi sempre alle due e trenta. Questo è appunto la cosa strana.
Lui guardava verso gli altri affianco a lui, ma gli altri non guardavano più lui.
Non trovando più il contatto visivo con gli altri, fece un gesto d´intesa verso il suo orologio: A quell`ora naturalmente avevo fame, vero? Quindi andavo sempre prima in cucina. Li erano quasi sempre le due e trenta. Poi, poi arrivava naturalmente mia Madre. Potevo aprire più piano possibile la porta, o camminare silenziosamente, lei mi sentiva sempre. E mentre io nella cucina al buio mi cercavo qualcosa da mangiare, all`improvviso si accendeva la luce. Poi stava lei li, con la sua maglia di lana, avvolta in uno scialle rosso. Arrivava sempre scalza, in quella cucina con pavimento di mattonelle. Lei faceva i suoi occhi piccolissimi, perche la luce l`abbagliava. Anche perché lei stava già dormendo. Si capisce, era notte.
Così tardi, di nuovo, Disse poi lei. Di più non diceva. Solo: Così tardi di nuovo.
Poi mi preparava qualcosa di caldo per cena e stava a guardare, come io mangiavo. Nel frattempo si strofinava sempre i piedi nudi l´uno su l´altro, perché il pavimento era freddo. Le scarpe non le indossava mai la notte. Lei restava seduta affianco a me finche io finivo di mangiare. Poi la sentivo ancora riordinare i piatti, quando ero in camera mia ed avevo spento già la luce.
Tutte le notti era così. Di solito sempre alle due e trenta.
Questo lo trovavo naturale, molto naturale che lei la notte, in cucina, alle due e trenta mi preparasse la cena calda. Lo faceva sempre. E non aveva mai detto più che un: Cosi tardi di nuovo. Però questo lo diceva tutte le volte. E io pensavo che non sarebbe mai finito. Era per me così naturale. Tutto questo. Era stato sempre così.
Per un lungo respiro, divenne molto silenzioso li, sulla panchina. Poi disse silenziosamente: È adesso? Guardò verso gli altri. Ma non li trovò. Così disse all`orologio a bassa voce in quel quasi volto rotondo bianco e blu: Ora, ora so che era il paradiso. Il vero Paradiso.
Sulla panchina era silenzioso. Poi domandò la donna:
E la sua famiglia?
Lui le sorrise imbarazzato: Ah, lei intende i miei Genitori? Si anche loro sono via. Tutto. Si immagini. Tutto e tutti via.
Lui sorride imbarazzato guardando a ogni uno di loro. Ma loro non lo guardavano.
Li alzò di nuovo L´orologio e sorrise. Lui rideva: Ora vedi qui. Lui solo è rimasto. E il bello è che, è rimasto fermo alle due e trenta. Proprio alle due e trenta.
Poi non disse più nulla. Però aveva un volto da vecchio. È l´uomo che sedeva al suo fianco, guardava sulle sue scarpe. Ma lui non le guardò le sue scarpe. Lui pensava sempre più, alla parola Paradiso.



Testo originale in Tedesco --->  Wolfgang Borchert.  Tradotto da me, come meglio ho potuto, in Italiano!

7 Responses to “"Die Küchenuhr (L´orologio da cucina)”

Achab ha detto...

Ciao Rosa,bellissimo post,se sei mamma auguri anche da parte mia.
Grazie per la visita e per le tue parole.
Buona giornata.
Un abbraccio.

Un tocco di Rosa ha detto...

Grazie achab, si sono mamma, tre volte mamma :)
Un abbraccio anche a te.

Gianna ha detto...

Auguri Rosa.
Post davvero emozionante...ho pregato la Vergine con te e poi... la storia del
ragazzo e l'orologio mi ha commossa.
La traduzione è ottima.

Michele ha detto...

ciao Michele pianetatempolibero

Stefano ha detto...

Cara Rosa
sono contento che sei tornata.
Era da molto tempo che non ti sentivo. Grazie per essere passata a salutarmi nel mio blog.
Come sempre i tuoi post sono originali. Complimenti.
Ti saluto caramente. Stefano di Semplici Conversazioni

riccardo uccheddu ha detto...

Anche quest'altro tuo post mi è piaciuto molto, cara Rosa.
Il legame che abbiamo o che abbiamo avuto coi nostri genitori è particolare: ci hanno fatto arrabbiare, li abbiamo fatti arrabbiare ma comunque, l'amore era sempre la prima cosa.
Certo, talvolta esistono delle incompatibilità o dei contrasti che forse non si possono superare.
Questo soprattutto una volta che siamo diventati, anche noi, adulti...
Le nostre scelte, i nostri ideali, i nostri sogni, i nostri amori o non-amori ecc.
Come è complicato il cuore umano!
Kuss.

Un tocco di Rosa ha detto...

@Stella@... Grazie per aver pregato la vergine insieme a me. Questo si sará unito alle preghiere fatte dalle altre mamma, come una unione di forza.
Infatti, la storia der ragazzo con lorologio, mi commosse anni fá quando la lessi, ed é stato per questo che mi é arrivata in mente proprio per il giorno dedicato alle Mamme. Grazie. Un abbraccio.


@Stefano@ Carissimo Stefano, infatti era da tanto che non passavo dal tuo blog é poco anche dal mio.Ti ringrazio per i complimenti ai miei.
Ti saluto anche io caramente. spero a presto. Ciao.



@Riccardo@
Mi fa piacere che il mio Post ti sia piaciuto, e che non mi becco solo una sviolinata ;)
Infatti, moltissime volte le incompatibilitá,distruggono moltissimi rapporti tra genitori e figli. Io so solo che, uguale quante incomprensioni ci sono state tra me e mia madre, io lho sempre cercata per darle il calore che le serviva da quasta figlia sempre in giro per il mondo. Era mia madre, però non cero quando ha preso l`ultimo treno. Ero in giro per chi sá dove, a cercare il Paradiso, anche io come il ragazzo della storia, ho capito troppo tardi che il paradiso era lì, dove stava mia madre. Questo torto, questo dolore me lo porterò per sempre con me.
Hai perfettamente ragione Carissimo Riccardo, "come è complicato il Cuore umano!"
Un carissimo saluto. Kuss

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